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Titicaca, dalla Bolivia al Perù

Eccoci di ritorno dopo questo momento di pausa-giungla, seguito da pausa post-giungla a Mancora, tra sole, amici e amore. Facciamo qualche passo indietro nel nostro viaggio per condividere con voi i nostri giorni al lago Titicaca e il nostro ingresso in Perù.

Abbiamo abbandonato La Paz e il Carretero con una certa malinconia, ancora inconsapevoli che molte delle persone incontrate in quei giorni le avremmo ritrovate lungo la strada, popolata da una grande comunità itinerante che passa il tempo a perdersi e re-incontrarsi per caso in piazze, parchi, spiagge e ostelli sgangherati. La malinconia era accompagnata dalla curiosità e da quel brivido da partenza, che se presenta ogni volta che riprendi il cammino. E la destinazione era carica di sogno e aspettative. Il lago Titicaca, il più alto del mondo con i suoi 4000 metri. E quando ci stavamo avvicinando a Copacabana, la destinazione, già si aprivano all’orizzonte i profili delle colline terrazzate alla maniera incaica, lambite da un’acqua celeste e sovrastate da nuvole bellissime, così vicine. Siamo scesi dal van e siamo saliti su una barchetta a Tiquina e già i pensieri del vissuto fino a quel momento si allontanavano e si profilava una nuova avventura.
Arrivati a Copacabana abbiamo seguito le indicazioni di Juan, che ci aveva parlato di un altro ostello stile Carretero; la Mariela, che costava la bellezza di 15 bolivianos per notte: un euro e mezzo. Quando siamo entrati abbiamo capito che l’atmosfera non sarebbe cambiata, seduti per terra c’erano una ragazza che annodava braccialetti, vicino ad un ragazzo che suonava un charango. Abbiamo lasciato le nostre cose e siamo andati a vedere il lago, vicino al quale c’erano dei bar con terrazza, da dove si poteva apprezzare il tramonto sorseggiando birra gelata. Ci siamo uniti a questo bivacco e siamo tornati all’ostello.

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Il miglior charanghista del mondo

Questa storia narra del nostro incontro con il miglior charanghista del mondo, Ernesto Cavour, a La Paz, tra una trufa e l’altra.

Ma, prima di tutto, potreste chiedervi che cos’è un charango… Domanda lecita, visto che lo ignoravamo anche noi fino a pochi mesi fa. Si tratta negozio srtumenti la pazdi uno strumento andino a dieci corde, come una piccola chitarra, che si trova nella musica di Bolivia e Perù e si può comprare per due soldi in molti mercati e negozi. Ne abbiamo adottato uno anche noi! Si chiama Manolo e siamo in fase apprendistaggio lento… Continue reading

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Trufas de Juan al Carretero

Hola! Que tal? Puede colaborar nos con una trufa?‘, non so quante volte abbiamo ripetuto questa frase durante i giorni a La Paz in cui sono stata l’administraidora di Juan, il mio socio in affari, che mi ha insegnato molto su come vendere, girare il mondo inventando modi per sopravvivere e come non bisogna mai darsi per vinti.

Ma andiamo con ordine.

Dopo Cochabamba ci siamo diretti a La Paz, la capitale della Bolivia, città a circa 3.600 metri di altitudine, che raggiunge i 3.800 a El Alto, IMG_0689quartiere che si può raggiungere in funivia e dal quale si vedono le cime delle montagne innevate. Una città grande e con il suo fascino, tra il mercato de Los Brucos, dove si possono trovare filtri d’amore, feti di lama e polveri per riti esoterici, strumenti musicali andini e tanto artigianato, la plaza San Francisco, dove nel pomeriggio possono ammirare spettacoli di teatro si strada o a volte ascoltare strani predicatori che sostengono che i peggiori vizi dell’umanità sono l’anarchismo e la musica metal (scatenando la nostra ilarità e quella dei nostri compagni di viaggio). Continue reading

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La guerra dell’acqua 14 anni dopo


Quello dell’acqua è un tema delicato in America Latina, tra fracking, miniere a cielo aperto e imprese che spesso deviano i corsi d’acqua lasciando villaggi e città intere senza una risorsa fondamentale per vivere e coltivare.

Per questo motivo molti conflitti nascono tra popolazioni e poteri economici e succede, a volte, che i cittadini vincano in questa battaglia ad armi impari. Questo è successo a Cochabamba, in Bolivia, in quella che è conosciuta come la guerra dell’acqua, iniziata nel 2000 e terminata con la cacciata dell’impresa a cui era stata appaltata la gestione dell’acqua.

Siamo giunti Cochabamba curiosi di sapere che cosa resta di questo conflitto, 14 anni dopo dal suo inizio. Continue reading

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I trasporti, paura e delirio in Bolivia

Potremmo parlare per ore dei trasporti in Bolivia, che ci hanno riservato emozioni forti.

Iniziando dai lati positivi, non si può omettere il dato economico: con 20 bolivianos, ovvero poco più di due euro, si possono fare tre ore di viaggio e anche per tratte più lunghe non si superano i dieci euro. E per i bus in città, i biglietti oscillano tra uno e tre bolivianos!

Alcune cose, però, possono lasciare perplesso il viaggiatore medio, come ad esempio il fatto che in un terminal di bus ci sono un sacco di compagnie diverse che offrono esattamente lo stesso servizio: stesse destinazioni, stessi prezzi, stessi orari. Quindi il metodo per accaparrarsi l’attenzione dell’aspirante viaggatore è urlare a squarciagola la destinazione ‘oruroruroruroooo’, ‘potosì, potosì, potosììì’ e così via. Altra peculiarità è che oltre al biglietto bisogna pagare l’ingresso alla zona bus. Una volta accaparrato il biglietto, pagato l’ingresso al terminal, inizia la sfida vera e propria, dove la perplessità si trasforma in panico e frustrazione, ovvero la ricerca disperata proprio bus, come è successo a noi nel viaggio tra Sucre e Cochabamba… Continue reading