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A2REAC

Disorganizzazione e Imprevisti

Sottotitolo:  Cuba stiamo arrivando!

Se nella fase pre-partenza siamo stati accompagnati dall’APP, questa prima fase porteña è stata caratterizzata dagli imprevisti. Non troppi, in realtà, ma piuttosto incisivi.

La disorganizzazione, invece, è un’amica fedele, che si trova molto bene con le care e già citate pigrizia e procrastinazione. Disorganizzazione ti accompagna tutto il giorno e fa sì che la sera ti ritrovi stanco e affaticato chiedendoti che cos’hai concluso. La risposta non è niente, è meno. Meno di quello che avremmo potuto fare seguendo un piano, per esempio. Diciamo che questa sensazione  ci è abbastanza famigliare in questi primi giorni a Buenos Aires.

Abbiamo i contatti, abbiamo una casa grande e confortevole, relativamente poco di cui preoccuparci eppure dopo 10 giorni la maggior parte delle cose sono ancora da fare. Tipo capire esattamente dove andremo quando partiremo da qui, chi incontreremo, come ci sposteremo, chi ci ospiterà. Oltre a questo, dobbiamo incontrare almeno tre fabbriche recuperate, le madri e le nonne di plaza de Mayo, due cooperative, due giornali indipendenti. E non siamo neanche mai usciti la sera! Per fortuna tra poco arriverà Panico e si porterà dietro Efficienza e tutto si risolverà. Va sempre così.

Gli imprevisti sono stati due. E soprattutto il primo ha decisamente aiutato Disorganizzazione contribuito a farci perdere un po’ di tempo…
La storia dell’imprevisto numero uno è abbastanza paradossale, come avrete potuto notare ad un certo punto il sito è scomparso. E poi è riapparso, ma diverso, più bello, possiamo anche dire. Tutto ciò non è dovuto a motivi tecnici, ma ad un grosso malinteso ed una buona dose di egoismo da parte di qualcuno che il karma penserà a punire. O forse un sicario, chissà. Ma per fortuna San Antonello da Londra ha dedicato una giornata a trasferire e ricostruire il nostro sito e a farlo così bello, con noi in diretta dall’altro lato a recuperare password e a dare supporto. Ora mancano solo le traduzioni e qualche quisquilia e poi dovremmo essere a posto.

L’imprevisto numero due ve lo raccontiamo che è abbastanza divertente, ed è collegato al sottotitolo. Nel risveglio del lunedì ansiogeno dell’ AIUTO!Mancano dieci giorni, ci siamo finalmente decisi ad andare da un concessionario alla ricerca della nostra futura brum brum.

Io ero decisamente in ansia sulla questione da quando un tassista ci aveva detto che sotto i 7.000 euro non avremmo trovato nulla di decente. E il tassista ci aveva preso. La macchina più adatta, anche se non rossa, era una berlingo da 7.800€. Visto che però ci piaceva e che il venditore ci ispirava fiducia, abbiamo deciso di andare avanti e chiedere maggiori informazioni. Il venditore è il signor Jorge, originario di Alessandria, che interrompeva le dimostrazioni con aneddoti sul suo abuelo piemontese e che, una volta scoperto da dove venivamo, ci ha presi decisamente a cuore.

Nel suo ufficietto, il caro Jorge ci ha però spiegato che non avremmo potuto intestare a noi la macchina, perchè non abbiamo una residenza in Argentina, ostacolo aggirabile intestando la macchina alle cugine, sempre se fossero state d’accordo. Ma, soprattutto, una macchina comprata in Argentina non si può vendere all’estero. Neanche in Uruguay, figuriamoci in Messico (non siamo come voi in Europa, qui in America Latina!). Al che, vedendoci sbiancare, il gentile signore ci ha proposto di prendere la macchina, metterla su una nave da crociera, salire fino in Messico e fare il viaggio al contrario.

Nonostante l’argomento climatico (sarebbe un anno di estate. no stop.) ci abbia tentato per un attimo, ci siamo resi conto che non si può fare.

Per cui ora stiamo ri-progettando il viaggio con altri mezzi. Dobbiamo ammettere da una parte è liberatorio pensare di non doversi preoccupare di una macchina. Soprattutto quando hai appena scoperto dove si trova il motore (pensavo fosse sotto, invece è davanti, ora vorrei capire sotto cosa c’è). Dall’altra ora abbiamo un po’ di cose da ripensare e riorganizzare.

Ma andremo a Cuba! E non attraverseremo l’amazzonia e la Bolivia in macchina.
Morale della favola: gli imprevisti fanno perdere tempo e sono un po’ una menata, ma molto spesso alla fine è meglio così!

Ah, prossima parada: Uruguay! Consigli, contatti e l’indirizzo di Mujica sono i benvenuti! :)

 

munch APP

Help! I’ve got PTA

Suggested soundtrack to this post: 

PTA, i.e. pre-trip anxiety, is like that chick you meet once, and then – somehow – you just start seeing her everywhere, time and time again: at parties, downtown, even at your place. And while you’re asking yourself how it’s possible and who the heck invited her over, she acts like you’ve been friends forever. She keeps calling you, she’s unrelenting. You, on the other hand, hate her – you can’t stand her, her annoying voice, and what she talks about, but you don’t know how to get rid of her.

PTA is very similar. At first, it’s just a shy little fellow, nagging you about stuff you actually have to do. It’s almost comforting. It would be weird not to have it, we’re not superheroes. It can also be the driving force helping you cut ties with two of your oldest friends, Laziness and Procrastinations. But a few day later, you wake up and anxiety is everywhere. It has taken over your lungs and you can’t breathe, your mouth is dry, you’re experiencing pure terror and you have an overwhelming desire to crawl back into your mom’s womb. It’s not just about little things anymore: like a poisonous plant, it has grown over everything else. The attacks are becoming longer and more frequent, and you know they might come back anytime. PTA is that voice inside your head that, every time you relax, reminds you: ‘Just a few days until you leave! What are you doing?! You’re wasting time, YOU’RE WASTING TIME!!!’

Other ways in which PTA is known to manifest itself:
– HELP. Our international driving licences is never going to get here on time. Yes, the blonde lady said everything’s fine, but something will go awry. If they get here after we’ve left and they mail them to us, they’ll definitely get lost.

– HELP. The guy from the bank didn’t call back about the credit card. There must be something wrong. And because I’m writing a post about it instead of calling him, the credit card will never get here, we won’t be able to withdraw cash abroad and we’ll have to go back after a week. (Relevant to all bureaucratic matters.)

– HELP. We are so going to forget something. And it will be something important. But we’ll only find out when it’s too late.

– HELP. I will not be able to get everything done in time. Everything what? Dunno. But I won’t make it.

– HELP. They’ll forget about us.

– HELP. They won’t forget about us, but we will let them down.

– HELP. The car, the car insurance, the RV, driving in the megalopolis, driving in the countryside, getting lost, wading fords, we’ll never put together an adequate playlist, we’ll run out of gas in the middle on nowhere, the car will get stolen, we won’t be able to resell it.

– HELP. Living with my sibling. Marco doesn’t shower. Irene might have a nervous breakdown when she realizes she can’t use her hair straightener among the natives in the mountains. Irene might go all Nazi on Marco. Marco might hate Irene. Irene might end up surrounded by outlaws. Marco might befriend some drug traffickers, thinking they look like nice people.

– HELP. We’ll be kidnapped. We’ll be robbed. We’ll be arrested. And they’ll stuff our dead bodies with cocaine to cross the border.

– HELP. Southern American police.

– HELP. No hablo español. Sí un poco, per no de verdad.

– HELP. Não falo português. Even though it’s the most beautiful language in the world.

– HELP. (Irene’s existential anxiety) What if this the biggest mistake of my life? What if I can’t make it? What if I can’t keep the commitments we made? What if I’m not credible? What if I let myself down, and I let down everybody who believed in us? What if I can’t write? What if I can’t draw up questionnaires? What if I can’t do research? What if I can’t, period?

– HELP. A whole year without having my friends within reach.

– HELP. Wi-fi. Updating the blog. Twitter. Facebook. Translating.

I think our new friend PTA will be more and more present, that she’ll transform over time, but one day we’ll find a way to contain it, or at least coexist peacefully.

Today is not that day.

***Translated by Beatrice Gechele***

munch APP

AIUTO. C’ho l’APP!

Ascolto consigliato con questo post:

L’APP, ovvero l’ansia prepartenza, è come quella tipa che incontri per caso una volta e poi non capisci come mai, ma te la ritrovi dappertutto, sempre di più: ad altre feste, in giro, a casa tua. E mentre tu ti domandi come questo sia potuto succedere e chi l’abbia invitata a cena, lei si comporta con te come se foste amici d’infanzia.

Ti telefona, ti perseguita. E tu la odi, non sopporti lei, la sua voce petulante e quello che dice, ma non sai come liberartene.
L’APP è molto simile. Fa la prima volta capolino, timidamente, creando apprensione per cose che in effetti devi fare. Tu sei quasi rassicurato, in fondo sarebbe strano non avercela, siam mica supereroi. Poi può essere anche un motore che aiuta a separarti dalle tue grandi amiche pigrizia e procrastinazione.

Ma qualche giorno dopo, ti svegli e l’ansia è ovunque. Ti ha preso i polmoni, non riesci a respirare, senti la bocca secca, provi puro terrore e hai un desiderio incontenibile di tornare nell’utero materno. E non riguarda più le piccole cose da fare, ma, come una pianta infestante invade ogni ambito. Le crisi aumentano di frequenza e di durata e quando passano, sai che potrebbe tornare da un momento all’altro.

L’APP è quella vocina che ogni volta che ti rilassi ti dice: ‘Mancano pochissimi giorni alla partenza!!! Che cosa stai facendo?? Stai perdendo tempo, STAI PERDENDO TEMPO!!’.
Altri modi in cui L’APP si può manifestare:

– AIUTO. Le patenti internazionali non arriveranno mai in tempo. Sì, la signora bionda ha detto che è tutto a posto, ma qualcosa andrà storto. Se arrivano dopo che partiamo ce le spediranno, ma andranno sicuramente perse.

– AIUTO. Il tipo della banca non si è fatto sentire per la carta di credito. Sicuramente c’è qualcosa che non va. E per colpa mia che invece di sentirlo ci scrivo un post sopra, non arriverà mai, non potremo ritirare all’estero e dovremo tornare indietro dopo una settimana. (declinabile per qualsiasi pratica burocratica).

– AIUTO. Dimenticheremo sicuramente qualcosa. E sarà qualcosa di fondamentale. Ma lo sapremo solo quando sarà troppo tardi.

– AIUTO. Non ce la farò a fare tutto in tempo. Tutto cosa? Boh. Ma non ce la farò.

– AIUTO. Si dimenticheranno di noi.

– AIUTO. Non si dimenticheranno di noi, ma li deluderemo.

– AIUTO. La macchina, l’assicurazione, la camperizzazione, guidare nelle megalopoli, guidare nelle stradine, perdersi, guadare guadi, non faremo mai una playlist all’altezza, rimarremo bloccati senza benzina in mezzo al nulla, ce la ruberanno, non riusciremo mai a rivenderla.

– AIUTO. La convivenza tra fratelli. Marco non si lava. Irene potrebbe andare in crisi rendendosi conto che tra gli indigeni in mezzo alle montagne non può usare la piastra. Irene potrebbe diventare nazista con Marco. Marco potrebbe odiare Irene. Irene potrebbe essere accerchiata da malintenzionati. Marco potrebbe fare amicizia con i narcos pensando che siano brave persone.

– AIUTO. Ci rapiranno. Ci ruberanno. Ci arresteranno. E rimpiranno i nostri corpi senza vita di cocaina per passare la frontiera.

– AIUTO. La polizia sudamericana.

– AIUTO. No hablo espanol. Si un poco, pero no de verdad.

– AIUTO. No falo Portugues. Anche se è la lingua più bella del mondo.

– AIUTO. (ansia Irenica esistenziale) E se ho fatto la cazzata della mia vita? E se poi non sono capace? E se poi non riesco a mantenere gli impegni presi? E se poi non riesco a essere credibile? E se poi mi deludo e deludo tutti quelli che si sono presi bene? E se poi non so scrivere? E se poi non so elaborare questionari? E se poi non so fare le ricerche? E se poi non so?

– AIUTO. Un anno senza amici a portata di mano.

– AIUTO. Il wifi. L’aggiornamento del sito. L’aggiornamento del twitter. L’aggiornamento del facebook. Le traduzioni.

Penso che la nostra nuova amica APP sarà sempre più presente, che poi cambierà un po’, ma che ad un certo punto troveremo un modo per limitarla o quanto meno per conviverci.

Ma non oggi.

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