Category Archives: Storie di viaggio

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Peninsula Valdes

Dunque, vi abbiamo lasciati a Puerto Madryn con gli elefanti marini.

Ci svegliamo il giorno dopo alle 8 per andare alla peninsula Valdés, dove c’è TUTTO: elefanti marini, leoni marini, pinguini, guanachi, ñandú, armadilli, lepri patagoniche, condor. Pure puma, dicono, anche se nessuno li ha mai visti e a dicembre-gennaio la balena franca, quella di Moby Dick e di Capossela! Inoltre possibile avvistamento di orche, che, come ci insegnano i documentari che hanno riempito i miei pomeriggi e quelli di alcuni altri miei amici, si spiaggiano per predare i cuccioli di leoni marini che incautamente vanno a giocare sul bagnasciuga.

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Buenos Aires – Puerto Madryn, che il viaggio abbia inizio

Apriamo gli occhi a casa di Marco, il couchsurfer trapezista. È Pasqua, abbiamo un appuntamento su Skype con i parenti e poi dobbiamo andare a Retiro, dove ci aspetta il bus che in venti ore ci porterà a Puerto Madryn.

Dallo schermo ci salutano immagini sfuocate che ci dicono che ci seguono e ci chiedono dove andremo. Parliamo, salutiamo, raccogliamo le nostre cose. Constatiamo ancora una volta che abbiamo troppi bagagli, allora ne eliminiamo uno, una borsa piena di cose inutili e di viveri. Li doniamo al nostro ospite, che ci accompagna alla fermata del collectivo. Il primo non riusciamo a prenderlo, non siamo abbastanza lesti. Il secondo sì e il viaggio è meno terribile del previsto, considerando che ci muoviamo con uno zaino enorme sulle spalle, uno zaino medio davanti e una borsa a testa.

Arriviamo a Retiro in una mezzora. Quasi due ore ci separano dalla partenza. Che io spendo in parte girando, procacciando cibo economico e acqua. Il resto è noia e ansia perché il nostro bus non compare, nè fisicamente, nè sul tabellone delle partenze. Poi ovviamente, arriva, in ritardo, ma neanche tanto. Continue reading

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Montevideo e Baires, trova le differenze

La prima cosa che abbiamo visto a Montevideo è stato il terminal dei bus di Tres Cruces. La sera prima eravamo partiti da Retiro, a Buenos Aires, dove gente con l’aria poco raccomandabile ti consiglia di stare attento. Tres Cruces, invece, è una stazione come la vorresti, pulita, ordinata, forse un po’ troppo commerciale, ma certamente più rassicurante. Questo il nostro primo impatto con ‘la Svizzera del Latino America’.

Stazione dei bus a parte, le similitudini con Buenos Aires sono innumerevoli, da un punto di vista urbanistico, di cultura, cibo e lingua, sarà perché si affaccia sulla sponda opposta del rio de la Plata.

Ci sono, però alcune piccole differenze. Continue reading

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Cabo Polonio, la bufera e altro

Cabo Polonio era un posto che aspettavamo di visitare dal nostro ingresso in questo continente. Io in realtà già da qualche mese prima della partenza, quando avevo letto un articolo che parlava di questo luogo incontaminato, in una penisola, da un lato oceano e dall’altro parco naturale con sette dune di sabbia che cambiano posizione a seconda del vento, leoni marini e un centinaio di abitanti che vivono in piccole casette di legno, senza elettricità.

A Montevideo la reazione tipica quando annunciavamo che ci saremmo andati era: ‘te vas al Cabo? Qué lindo!! Es mi lugar favorito en Uruguay!’

Questo, ovviamente, non ha fatto che aumentare le nostre aspettative.

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Impressioni porteñe – seconda parte

Eccoci, in diretta da Montevideo con la seconda parte del nostro post su Buenos Aires..

Arbolitos e cambio. Oltre ad essere una moneta sociale molto diffusa in Argentina tra il 2001 e il 2004, gli arbolitos sono gli omini  che cambiano i soldi in calle Florida, una via pedonale del centro di Baires. Ogni 2metri circa, come alberi in un boulevard, ci sono persone che ripetono ininterrottamente ‘cambio, cambio, cambio’o ‘euro, dolares, cambio’. Tipo il Signor ‘becks-moretti-ceres’ che vende la birra agli imbarchini del Valentino. La transazione può avvenire per cambiostrada o dentro questi chioschi, che contengono dei veri e propri ufficetti. Con questi omini un euro vale 14 pesos, in banca 10.80, fate un po’ voi. Invece, ritirare al bancomat è abbastanza snervante, spesso la carta non viene accettata per misteriosi motivi. Anche se si riesce a stabilire una sintonia con il distributore di banconote non si possono ritirare più di 1000 pesos al giorno. La vita costa meno che in Italia, mangiare costa decisamente meno, ma tutto ciò che è tecnologico è più caro e in genere più difficile da trovare. Problemi d’importazione, dicono. Continue reading