Tag Archives: Argentina

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Monete sociali, laboratorio di scambio non capitalista

Ci abbiamo messo un pochino, ma abbiamo finalmente partorito il secondo articolo per il blog dell’Huffington! Abbiamo anche pensato che lo useremo per riprendere gli incontri più significativi cercando di dare loro una rilettura e una coerenza con i propositi del viaggio…

E abbiamo deciso di iniziare con l’incontro con Ricardo Orzi e con una riflessione sulle monete sociali come strumento di scambio non capitalista… Speriamo che sia di vostro gradimento! :)

Eccolo qua: http://www.huffingtonpost.it/irene-bertana/monete-sociali-ricardo-orzi_b_5522888.html?utm_hp_ref=italy

 

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Primo articolo per WOTS sulle imprese recuperate in America Latina e in Europa

Siamo lieti di annunciare l’inizio della collaborazione tra storiedellaltromondo e Walking On The South (WOTS?), un collettivo di studenti e ricercatori indipendenti nato con l’obiettivo di divulgare della ricerca accademica e dell’informazione in campo sociale, economico e politico.

Il nostro primo articolo è intitolato Occupazione e autogestione in Argentina e Uruguay. Una strada percorribile anche in Europa?

Parla di cosa sono le imprese recuperate, di come sono nate, di come si sono sviluppate in Argentina ed Uruguay e di quali sono i maggiori ostacoli che chi recupera un’impresa deve affrontare.

Si passa poi al caso europeo, chiedendosi se l’occupazione e l’autogestione delle fabbriche possa essere una possibilità nei casi frequenti negli ultimi anni di chiusura o de-localizzazione di imprese. La risposta che ci siamo dati è sì, purché ci sia una legislazione adeguata che accompagni i lavoratori nella fase di transizione.

Trovate l’articolo completo seguendo questo link:

http://wots.eu/2014/06/06/occupazione-autogestione-argentina-uruguay-strada-percorribile-in-europa/

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Tortilla de manzanas de la negra

L’asado è stata la nostra croce e delizia a Neuquen. Buonissimo e abbondante, ne abbiamo mangiati sei in cinque giorni, con una certa difficoltà verso la fine. Al quarto, abbiamo scoperto questo dolce. In realtà non avevamo capito che fosse un dolce, sembrava una tortilla di patate. Invece era una tortilla di mele! Stesso procedimento, ma con qualche piccola differenza, molto buona e molto veloce da preparare. Alla terza fetta è bastato uno sguardo tra fratelli per capire che dovevamo avere la ricetta, che Carmen ci ha diligentemente scritto su un foglietto. E che noi siamo fieri di presentarvi!

Tortilla de manzanas de la negra

Ingredienti:

  • 4 mele verdi o rosse
  • 80 grammi di burro
  • 4 uova
  • 8 cucchiai di zucchero
  • La scorza di un limone

Preparazione:

Sbucciare e tagliare le mele a pezzettini e far saltare in una padella con il burro. Mentre le mele cuociono, grattugiare la scorza del limone.

In un altro contenitore abbastanza capiente mescolare le uova, 4 cucchiai di zucchero e la scorza di limone e aggiungere le mele, quando sono morbide.

Mettere in una padella antiaderente 4 cucchiai di zucchero per fare il caramello, a fuoco lento.

Quando il caramello è pronto aggiungere il composto, coprire e cuocere a fuoco basso per 15 minuti, poi girare e cuocere per ancora 4-5 minuti.

Il risultato è spettacolare: Carmen ci ha detto che quando arriva a pranzi/cene/compleanni/feste comandate, la prima domanda che le fanno è ‘dov’è la tortilla??’, tant’è che ogni tanto le viene il dubbio che la invitino solo per quello!

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Neuquen e il fracking

Torniamo in Argentina con i nostri racconti, che a questo punto di faranno sparsi. Oggi vi parliamo di Neuquen, la nostra ultima tappa prima del Cile, che ricorderemo per l’ospitalità di Carlos e Alicia ed in particolare per la maratona di asado nel weekend.

Ma non solo.

Neuquen è una terra dove abbiamo visto da vicino le contraddizioni della politica estrattivista argentina. Si trova nella Vaca Muerta, regione ad alta concentrazione di idrocarburi, in particolare petrolio e gas. Regione che Cristina Kirchner ha ribattezzato Vaca Viva dopo aver firmato a giugno un accordo tra Chevron e YPF per l’estrazione di petrolio e gas non convenzionali.  Continue reading

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Il nostro incontro con Pillan Mahuiza

Dopo Puerto Madryn, il nostro viaggio è continuato verso Ovest, con una tappa a Esquel, piccola città ai piedi della cordigliera, tappezzata di scritte NO A LA MINA, che si trovano ad ogni angolo di strada, oltre che sul monte che sovrasta la città. NO A LA MINA è un movimento che ha coinvolto la cittadinanza, gruppi ambientalist e Mapuche in opposizione alla costruzione di una mega minerà a cielo aperto, di proprietà di un’impresa canadese, che avrebbe contaminato il territorio e le acque della zona.

Nel 2003 questa battaglia è stata vinta: nonostante vari tentativi di corruzione e la presentazione del progetto come portatore di posti di lavoro e sviluppo per la regione, la popolazione si è espressa in un referendum dicendo no alla costruzione della miniera. Ma visto che l’oro resta lì, la minaccia è sempre in agguato, per questo il movimento esiste ancora. Inutile dire che questa storia ci ha ricordato molto quella della Val di Susa, referendum a parte.

Dopo una notte a casa di un simpaticissimo couchsurfer colombiano, abbiamo preso un pullman per andare in questa comunità Mapuche, di cui sapevamo molto poco. Sapevamo che era in un posto abbastanza isolato e che saremmo stati accolti da un tale Mauro, un Mapuche che era stato attivo in una radio comunitaria. Non sapevamo che aspettarci e certo non immaginavamo che ci saremmo trovati di fronte con uno dei protagonisti della lotta Mapuche in Argentina.

Scendiamo dal pullam tre ore dopo, diciamo il posto all’autista, che ci lascia in una curva, in mezzo al nulla, a qualche chilometro da Corcovado. La fermata si chiamava puente qualcosa, ma non c’è nessun ponte e nessun Mauro ad aspettarci. Strada sterrata, costeggiata da bosco, in effetti un fiume un po’ più sotto. Camminiamo alla ricerca del ponte e poco dopo appare una macchina polverosa, da cui scende un uomo sulla quarantina, occhi neri, in jeans e maglia del movimento zapatista. Mauro, che si scusa per il ritardo. Sollevati, carichiamo la macchina e ci dirigiamo verso il territorio recuperato di Pillan Mahuiza, che sorge nel mezzo di una valle, con macchie verdi, di pini e gialle e rosse di colori autunnali e delle cime innevate in lontananza, al confine col Cile. La macchina si ferma di fronte ad una casa, Mauro ci spiega che in passato era una stazione di polizia, ma che è stata recuperata dalla sua famiglia 14 anni fa. Ora ci vive lui, insieme a Colipi, un giovane di origine cilena, che incontra un po’ di più le nostre fantasie: è vestito con abiti tradizionali e ha una lunga treccia nera.

Mangiando, Mauro ci accenna che nel pomeriggio lo possiamo accompagnare ad un’assemblea a Corcovado, dove il governo ha invitato tutte le comunità Mapuche presenti nella regione del Chubut. Ci dice che si parlerà delle politiche estrattiviste del governo e del fracking. Mauro ci spiega che l’educazione politica dei Mapuche è spesso molto scarsa e che cercherà di fare un intervento che smascheri le politiche statali. Nel frattempo ci raggiungono altre persone, tra cui due antropologhe, per assistere all’assemblea.

L’incontro durerà due giorni. Il primo di discussione tra le diverse comunità, il secondo per esporre le conclusioni con il governatore. Due giorni in cui emerge chiaramente, anche ai nostri occhi totalmente vergini, che il governo non ha invitato i Mapuche per discutere con loro, ma piuttosto per manipolarli, per poter dire di averli coinvolti. La prima assemblea è condotta da una funzionaria statale, Mapuche. Davanti una decina di lonkos, capi comunità, di fronte la platea. Mauro ci farà notare che i lonkos chiamati a parlare non sono quelli con cui normalmente si rapporta nei parlamenti Mapuche, autoconvocati e indipendenti. Non è chiaro l’obiettivo dell’assemblea, si parla di rilevazioni, ovvero della possibilità dei territori di essere mappati da un punto di vista geografico e storico. Alcune comunità lamentano mancanza di acqua, infrastrutture, lavoro, alcuni chiedono politiche pubbliche a favore dei loro territori, altri evidenziano la mancanza di unione nel popolo Mapuche, altri lamentano una mancanza di unione tra le diverse comunità.

Mauro fa un intervento in cui parla chiaramente dell’intento del governo di convincere le comunità ad accettare lo sfruttamento minerario. L’unico intervento che riceverà degli applausi. La sera a Pillan Mahuiza si discute con toni molto critici dell’assemblea, della manipolazione da parte della funzionaria del governo. Viene deciso di fare un comunicato, da far firmare ai presenti e da leggere il giorno dopo di fronte al governatore per affermare la propria autonomia e la volontà di interagire con il governo tramite le proprie istituzioni e processi decisionali e per ribadire la propria opposizione allo sfruttamento minerario e all’uso del fracking.

Il giorno dopo il documento viene redatto e fatto passare tra le comunità. ma il livello di farsa dell’incontro aumenta. Siamo in un una palestra, il tutto inizia con l’inno nazionale argentino, seguono interventi che acclamano le politiche governative e poi il governatore fa il proprio discorso. Alla fine del discorso, Colipi, che non è stato ovviamente inserito nella scaletta, tenta di avvicinarsi e leggere il comunicato, ma il governatore abbandona la stanza senza neanche girarsi.

Ritorno a casa, altre discussioni, chiacchiere con altri componenti della famiglia Millan, tra cui Mariella e Moira, di cui vi parleremo presto.

Qui trovate un po’ di foto!