stack of pancakes on the plate

Why the recipes?

One of my favourite childhood memories is when, in the afternoon, us siblings would look at each other and utter the indecent proposal: shall we make crêpes? Maybe saturday afternoon crêpes are the secret to our harmony. Maybe they’re one of the reasons why the kitchen is my favourite place. I must have been 15 when we started doing that, Marco was 7, Emanuele 3. I remember the unconditional love and the light in their eyes when somebody pitched the idea, I remember looking for the ingredients, the mess we would make preparing the batter – which regularly ended up all over the walls –, the pure bliss of melting the dark chocolate with butter. And when we’d finally call mom and dad and eat together.

I also remember waiting for mom, who used to get home from work at 9 in the evening, cooking and chatting together. Marco was in charge of cutting the vegetables, and he’d ask for our approval on every single piece he cut.

Cooking just had to be a key element of this journey.

We are going to interview people in the kitchen, while we cook something together. So, along with the official interviews, look for the recipes in the dedicated section!

*** Translated by Beatrice Gechele***

irene ingredienti 1

Un grembiule molto speciale

Abbiamo trovato il grembiule che ci accompagnerà in questo viaggio! È bellissimo, come potete vedere, con i suoi galletti disegnati, le fascette rosse e il suo cappello da chef in abbinato. E ha anche una storia che vale la pena di raccontare.

Arriva da Madrid, lo abbiamo scovato per caso, la scorsa settimana andando a zonzo nei pressi della Gran Calle, una delle vie principali della città, piena di negozi, luci e automobili. Ma se dalla gran Calle, si prende una delle vie perpendicolari il paesaggio cambia e i luoghi si fanno immediatamente più autentici. Le stradine ricordano città mediterranee e fanno sentire noi italiani un pochino a casa. E un una di queste strade, in cui alcune donne esercitavano il mestiere più antico del mondo, ecco un negozio con dei grembiuli da cucina in vetrina, uno più bello dell’altro. Vista l’imminente partenza e la connotazione fortemente culinaria del viaggio, decidiamo di entrare e di dare un’occhiata.

Ci accolgono due signore gentili che ci spiegano che siamo in una cooperativa, una sartoria solidale che cerca di dare alternative alle donne che si prostituiscono nelle vie attigue. Fanno corsi di cucito e producono grembiuli e vestiti su misura. A quel punto si è trattato solo di sceglierne uno, perchè quando si trova qualcosa di così perfetto giusto e attinente non si può dire di no. L’associazione si chiama Apramp e questo è il loro sito:   salidaexit.es

E per chi si trovasse a passare per Madrid, la tienda solidaria si trova in Calle Ballesta, 9, a Malasaña.

stack of pancakes on the plate

Why the recipes?Perchè le ricette?¿Por qué las recetas?Perchè le ricette?

One of my favourite childhood memories is when, in the afternoon, us siblings would look at each other and utter the indecent proposal: shall we make crêpes? Maybe saturday afternoon crêpes are the secret to our harmony. Maybe they’re one of the reasons why the kitchen is my favourite place.

Uno dei più bei ricordi di quando eravamo piccoli è quando, di pomeriggio, ci guardavamo tra fratelli e partiva la proposta indecente: facciamo le crêpes? ¿Por qué las recetas?

Uno de los recuerdos más lindos de cuando eramos pequeños es esas tardes en las que nos mirábamos entre hermanos y comenzaban las propuestas alocadas: “y si hacemos las crêpes?” Quizás las “crêpes” del sábado a la tarde son uno de los secretos de nuestra armonía. Y quizás uno de los motivos por los cuales la cocina es mi ambiente preferido.

Uno dei più bei ricordi di quando eravamo piccoli è quando, di pomeriggio, ci guardavamo tra fratelli e partiva la proposta indecente: facciamo le crêpes? Forse le crêpes del sabato pomeriggio sono uno dei segreti della nostra armonia. Forse uno dei motivi per cui la cucina è il mio ambiente preferito. Io avrò avuto 15 anni le prime volte, Marco 7, Emanuele 3. Mi ricordo l’amore incondizionato e la luce nei loro occhi quando partiva la proposta, la ricerca degli ingredienti, il caos nella preparazione della pastella, che rimaneva regolarmente attaccata ai muri, la goduria di sciogliere il cioccolato fondente col burro. E quando chiamavamo fieri mamma e papà e si mangiava tutti insieme.

Mi ricordo anche di quando si aspettava la mamma che arrivava da lavoro alle nove di sera, cucinando e chiacchierando, con Marco che era l’addetto al taglio delle verdure e a ogni pezzo che tagliava chiedeva se andava bene.

La cucina non poteva non essere un elemento fondante di questo viaggio.

Abbiamo deciso di chiedere di svolgere le interviste in cucina, preparando insieme il piatto preferito dell’intervistato. Per cui a fianco all’intervista ufficiale, nella sezione ricette troverete quello che avremo cucinato insieme!

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Crowdfunding, questo sconosciuto

CROWDFUNDING

Abbiamo deciso qualche mese fa, visto che il progetto si faceva sempre più ambizioso ed impegnativo, di lanciare una raccolta fondi con un metodo che ultimamente va per la maggiore e che per un italiano è difficilissimo da scrivere e pronunciare correttamente. Il crowdfunding. Significa letteralmente il finanziamento della folla ed è un modo per riuscire, senza avere nessun finanziatore ‘dall’alto’ a realizzare i progetti più svariati (da nuovi trovati tecnologici, a progetto artistici, alla campagna elettorale di Barack Obama) grazie a piccoli contributi individuali, che tutti insieme permettono di arrivare a somme più o meno elevate, a seconda dell’obiettivo che ci si pone e del successo della campagna.

Perchè anche noi? Per ogni piemontese che si rispetti chiedere, disturbare è decisamente contro natura. Chiedere soldi, poi, è molto ma molto difficile. La cultura del ‘non mi oso’ ci fa sentire come le persone peggiori del mondo a chiedere dei soldi per una cosa nostra. E infatti è una faticaccia. Ma abbiamo deciso di provarci lo stesso. Perchè, anche se è un po’ che risparmiamo per fare questo viaggio, in un anno con una macchina gli imprevisti possono essere tanti e ci sono cose che non avevamo preso in considerazione tipo assicurazioni e simili e il rischio tornare a Torino con tante storie, ma senza più niente.

Il motivo inoltre è che questo progetto per funzionare non può essere individuale. Non è una vacanza, non è un semplice diario di viaggio. Vorremmo farci portavoce di mondi e modi diversi, per scatenare riflessione e discussione in Italia e in Europa. Più siamo a farne parte e più possiamo dare un senso a quest’avventura. Il crowdfunding (che dopo un mese di lavoro per tirare su la campagna abbiamo anche imparato a scrivere) è un modo per condividere in parte con voi anche gli oneri di questo progetto. Per impegnarsi insieme a costruire qualcosa di diverso.

Inoltre, questa campagna ha dato una grossa spinta alla nostra produttività e alla nostra creatività. Senza non avremmo fatto il video, senza ne parleremmo forse meno, senza non ci saremmo mobilitati così tanto.

Abbiamo raccolto circa 500 per ora, grazie ad alcune persone che credono in noi e che hanno voluto contribuire.

L’obiettivo è raggiungere 2.500€.

Abbiamo ancora 26 giorni.
Basta una postepay o una qualsiasi carta di credito.
Il contributo minimo è di 5€.
Per noi è già tantissimo.

Questo è il link della campagna..
Vi invitiamo a guardarlo, a condividerlo e a contribuire! Grazie!