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Trufas de Juan al Carretero

Hola! Que tal? Puede colaborar nos con una trufa?‘, non so quante volte abbiamo ripetuto questa frase durante i giorni a La Paz in cui sono stata l’administraidora di Juan, il mio socio in affari, che mi ha insegnato molto su come vendere, girare il mondo inventando modi per sopravvivere e come non bisogna mai darsi per vinti.

Ma andiamo con ordine.

Dopo Cochabamba ci siamo diretti a La Paz, la capitale della Bolivia, città a circa 3.600 metri di altitudine, che raggiunge i 3.800 a El Alto, IMG_0689quartiere che si può raggiungere in funivia e dal quale si vedono le cime delle montagne innevate. Una città grande e con il suo fascino, tra il mercato de Los Brucos, dove si possono trovare filtri d’amore, feti di lama e polveri per riti esoterici, strumenti musicali andini e tanto artigianato, la plaza San Francisco, dove nel pomeriggio possono ammirare spettacoli di teatro si strada o a volte ascoltare strani predicatori che sostengono che i peggiori vizi dell’umanità sono l’anarchismo e la musica metal (scatenando la nostra ilarità e quella dei nostri compagni di viaggio). Continue reading

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La guerra dell’acqua 14 anni dopo


Quello dell’acqua è un tema delicato in America Latina, tra fracking, miniere a cielo aperto e imprese che spesso deviano i corsi d’acqua lasciando villaggi e città intere senza una risorsa fondamentale per vivere e coltivare.

Per questo motivo molti conflitti nascono tra popolazioni e poteri economici e succede, a volte, che i cittadini vincano in questa battaglia ad armi impari. Questo è successo a Cochabamba, in Bolivia, in quella che è conosciuta come la guerra dell’acqua, iniziata nel 2000 e terminata con la cacciata dell’impresa a cui era stata appaltata la gestione dell’acqua.

Siamo giunti Cochabamba curiosi di sapere che cosa resta di questo conflitto, 14 anni dopo dal suo inizio. Continue reading

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Porotos con tallarines a Temicuicui

La comunità di Temicuicui ci è piaciuta subito, dal momento in cui abbiamo letto la sua storia, quasi per caso, in un bar di Neuquen. I camerieri si ostinavano ad ignorarci mentre e noi programmavamo il nostro itinerario delle settimane successive nelle quali volevamo conoscere i mapuche in Cile. Abbiamo trovato il link al blog nel giornale online pais mapuche.  Dopo aver letto della loro storia, di un conflitto che andava avanti da anni, abbiamo deciso di provare a contattarli per vedere se c’era modo di visitare la comunità. La risposta è stata quasi immediata e due settimane dopo abbiamo incontrato Jaime, che ci ha accompagnati in questo viaggio all’interno della sua famiglia e della sua comunità.  Continue reading

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Permacultura e teatro sociale a Santiago

Facciamo qualche passo indietro, nel tempo e nello spazio…  In Cile, a Santiago, abbiamo avuto la nostra terza esperienza di Workaway e abbiamo conosciuto il Colectivo Sustento che si occupa di giustizia e inclusione sociale.

Lo strumento principale è il teatro, lavorando nelle carceri e teatro sustentocostruendo spettacoli insieme ai detenuti. Penelope, nostra ospite e anima del collettivo, ci spiega che il teatro è un mezzo molto potente per scatenare riflessioni e fare sì che i detenuti ritornino a sentirsi persone, protagonisti, creatori in una dinamica collettiva di messaggi destinati a chi sta fuori.

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I trasporti, paura e delirio in Bolivia

Potremmo parlare per ore dei trasporti in Bolivia, che ci hanno riservato emozioni forti.

Iniziando dai lati positivi, non si può omettere il dato economico: con 20 bolivianos, ovvero poco più di due euro, si possono fare tre ore di viaggio e anche per tratte più lunghe non si superano i dieci euro. E per i bus in città, i biglietti oscillano tra uno e tre bolivianos!

Alcune cose, però, possono lasciare perplesso il viaggiatore medio, come ad esempio il fatto che in un terminal di bus ci sono un sacco di compagnie diverse che offrono esattamente lo stesso servizio: stesse destinazioni, stessi prezzi, stessi orari. Quindi il metodo per accaparrarsi l’attenzione dell’aspirante viaggatore è urlare a squarciagola la destinazione ‘oruroruroruroooo’, ‘potosì, potosì, potosììì’ e così via. Altra peculiarità è che oltre al biglietto bisogna pagare l’ingresso alla zona bus. Una volta accaparrato il biglietto, pagato l’ingresso al terminal, inizia la sfida vera e propria, dove la perplessità si trasforma in panico e frustrazione, ovvero la ricerca disperata proprio bus, come è successo a noi nel viaggio tra Sucre e Cochabamba… Continue reading