936058_258235634385292_5693633255779804226_n

Impressioni boliviane

‘Come la Bolivia non ce n’è. Sono stato in Ecuador, Colombia, Perù in questi due anni, ma la Bolivia non ha paragone!’. ci ha detto Alessandro, giovane viajero di Milano incontrato a La Paz, che ormai parla italiano con un forte accento spagnolo.

Noi siamo ancora troppo freschi per fare affermazioni così definitive, quel che è certo per ora è che la Bolivia non ci ha lasciato indifferenti.

L’ingresso. In Bolivia si entra a piedi. Noi ci siamo arrivati passando dal Nord dell’Argentina, con un bus per La Quiaca, ultima città prima della frontiera, che si raggiunge camminando. Alla dogana mostriamo il passaporto, riempiamo un foglio e siamo pronti per aprire zaini, passare per metal detector, i soliti rituali a cui ci siamo (quasi!) abituati. E invece no. Non ci controllano nulla di nulla. Passiamo un ponte e siamo in Bolivia, a Villazon, città squallida di mille contrabbandi.

I paesaggi. Qui non c’è il mare, potrebbero dire gli Statuto, ma a parte questo si trovano climi diversi e paesaggi da brivido. Le montagne dominano ad Ovest, dove abbiamo passato i primi giorni, in un tour che ci ha portati da Tupiza a Uyuni, famosa per il deserto di sale più grande del mondo, con i suoi 10.582 km² . Quattro giorni tra i 3.000 e i 5.000 metri, tra lagune di tutti i colori, montagne che sembrano disegnate, geysers e lama come se piovessero. E di notte, sua maestà Il Freddo, con picchi di -25º in rifugi rigorosamente non riscaldati. La Paz, invece è incredibile, una città a oltre 3.600 metri che sale e che scende. Ieri siamo andati nella parte alta, dove vedi letteralmente le punte delle montagne. Da lì con un pulmino ad una velocità folle, in cui ho riscoperto la fede, siamo scesi per tre ore ed il paesaggio è cambiato completamente. Dopo una valle innevata è ricomparsa la vegetazione e ci siamo trovati circondati dalla giungla! Continue reading