In questo bellissimo turbine che è diventato la vita della Nave, spesso torna la parola Guru. Il che mi ha portato a riflettere su chi siano i miei Guru, ovvero i miei modelli ispiratori.
La risposta è stata sorprendente.
In giro per il mondo, ho avuto la fortuna di incontrare una miriade di persone, che per un motivo o per l’altro mi hanno ispirato, ma a volte c’era un distacco tra parola e azione che mi faceva pensare che qualcosa, nel mio modo di vivere, avrei voluto fare diversamente. Anche perché i miei amici Tolteca in questo senso non lasciano spazio al dubbio: ‘Sii impeccabile con le tue parole!’. Non si può predicare bene e razzolare male, se si vuole che i pignolini come me ti prendano sul serio. Soprattutto se ti comporti male con gli altri.
Il mio Guru, anzi, la mia Guru, l’avevo incontrata molti anni prima, proprio qui, a Verrua. Ha sempre suscitato una grande ammirazione in me. Non stava mai ferma, a casa sua c’era sempre da mangiare, da bere, da correre nei prati, movimento, energia. Io all’epoca ero una ragazzina di città appena sbarcata in campagna, stavo molto bene di fronte ad un libro, anche nel cortile delle case FIAT dov’ero cresciuta, ma c’erano tante cose che non sapevo e avevo paura di fare, soprattutto nei posti e con le persone nuove. Avevo paura addirittura di prendere qualcosa per qualcuno in una stanza in cui non ero mai entrata… Mi capitava di non saper neanche accettare un panino se avevo fame, perché la mia nonna diceva sempre che bisognava dire di no. E la mia Guru allora mi diceva, ‘OK, se non hai fame non importa!’. Io allora mi torturavo, fino a quando non ammettevo che forse, sì in effetti avevo un po’ di fame… Una volta ricordo che ho aspettato troppo e tutti avevano già mangiato tutto. Da quella volta ho deciso che quella regola lì non mi avrebbe portato a nulla di buono. Continue reading