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Porotos con tallarines a Temicuicui

La comunità di Temicuicui ci è piaciuta subito, dal momento in cui abbiamo letto la sua storia, quasi per caso, in un bar di Neuquen. I camerieri si ostinavano ad ignorarci mentre e noi programmavamo il nostro itinerario delle settimane successive nelle quali volevamo conoscere i mapuche in Cile. Abbiamo trovato il link al blog nel giornale online pais mapuche.  Dopo aver letto della loro storia, di un conflitto che andava avanti da anni, abbiamo deciso di provare a contattarli per vedere se c’era modo di visitare la comunità. La risposta è stata quasi immediata e due settimane dopo abbiamo incontrato Jaime, che ci ha accompagnati in questo viaggio all’interno della sua famiglia e della sua comunità. 

Prima di arrivare nel territorio recuperato già ci rendiamo conto di quanto il conflitto sia parte della vita di queste persone. Jaime ci dà appuntamento a Collipulli, dove ci dovrebbe essere una marcia in solidarietà ad alcuni arrestati. Quando giungiamo a destinazione, però scopriamo che è stata annullata a causa delle intimidazioni dei carabinieri (pacos). Fanno paura questi pacos, nelle loro macchine superblindate. Andiamo verso Ercilla, dove incontriamo un signore a cui hanno appena investito e arrestato il figlio. Gli trema la voce, mentre ci racconta.
Poi, il fratello di Jaime ci viene a prendere e ci porta nel territorio recuperato. 2000 ettari. Che erano di una impresa forestale e dove ora vivono 100 famiglie, ma non tutte insieme, ognuna ha il suo spazio. Il fratello di Jaime ci lascia in un punto buissimo in mezzo alle stelle e Jaime ci fa strada verso la sua casetta, costruita circa un anno fa.
DSC_0109Due stanze, bagno fuori, l’acqua si prende dal ruscello vicino. Ci vivono in 5. Più noi due per una notte. Mentre mangiamo ci racconta della criminalizzazione del movimento mapuche, dei processi per terrorismo con i testimoni protetti, nessuno sa chi sono e spesso sono pagati dalle imprese in conflitto con le comunità. Ci racconta di un ragazzo accusato di avere appiccato 4 incendi in una notte in posti diversi e lontani… Lo stesso testimone l’avrebbe seguito e visto tutte e quattro le volte. L’accusa non sta in piedi, ma intanto è in prigione. Ci fa vedere foto di camionette, elicotteri, bossoli di lacrimogeni, carri armati (!) nel proprio territorio e ci dice che tutti hanno passato un periodo della loro vita in carcere, chi qualche settimana, chi qualche mese, chi qualche anno.
DSC_0120Cala la notte, dormiamo. Il giorno dopo ci dividiamo. Marco con gli uomini a costruire la casa e soprattutto la rete intorno, per il fratello di Jaime. Io con le donne a cucinare e a farmi insegnare, da Griselda la ricetta dei porotos con tallarines. Pasta e fagioli, insomma. Quando è pronto mangiamo tutti insieme. Una ventina di persone tra giovani, anziani e tanti bambini.
Nel pomeriggio aiutiamo a costruire il recinto, chiacchierando di politica e anarchismo. Ci fa un po’ ridere pensare che stiamo facendo un’azione illegale. Finito di lavorare facciamo merenda con i figli di Jaime che ci insegnano un po’ di mapudungun. Poi ci chiamano, è ora di partire, ma prima mangiamo di nuovo tutti insieme, perché è il compleanno della mamma di Jaime, che vive poco lontano. Ce ne andiamo commossi da queste persone, dalla loro ospitalità e dalla loro determinazione.

E per fortuna la loro storia ha un lieto fine, qualche settimana fa dal blog la comunità ha annunciato che le forze dell’ordine hanno lasciato il loro territorio. Ci auguriamo che sia l’inizio di un lungo periodo di tranquillità.

Se la meritano tutta.

Ecco la ricetta.
Ingredienti:
- fagioli
- mezzo chilo di spaghetti
- zucca
- cipolla
- patate
- prezzemolo
- spezie (in Cile si usa il merken, a base di peperoncino e sale)
- salsiccia/salame
- coste

Procedimento:
Prima si lavano i fagioli, poi si mettono a bollire in tanta acqua, nel frattempo si tagliano le verdure a pezzettoni, si aggiungono insieme alle spezie e si lascia cuocere per un’ora.

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