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Montevideo e Baires, trova le differenze

La prima cosa che abbiamo visto a Montevideo è stato il terminal dei bus di Tres Cruces. La sera prima eravamo partiti da Retiro, a Buenos Aires, dove gente con l’aria poco raccomandabile ti consiglia di stare attento. Tres Cruces, invece, è una stazione come la vorresti, pulita, ordinata, forse un po’ troppo commerciale, ma certamente più rassicurante. Questo il nostro primo impatto con ‘la Svizzera del Latino America’.

Stazione dei bus a parte, le similitudini con Buenos Aires sono innumerevoli, da un punto di vista urbanistico, di cultura, cibo e lingua, sarà perché si affaccia sulla sponda opposta del rio de la Plata.

Ci sono, però alcune piccole differenze.

La prima data dal il consumo di mate. Se ogni argentino che si rispetti possiede un mate, questa è una vera e propria appendice fisica degli matemontevideoabitanti dell’Uruguay. Lo bevono ovunque e comunque, anche in momenti in cui la logica direbbe no, tipo facendo la spesa, guidando il motorino o parlando al telefono. Questa ferrea volontà sviluppa una capacità di eseguire complicate e rischiosissime acrobazie per versare l’acqua bollente nell’amata zucchetta. Sui bus è vietato, con tanto di cartello, forse come politica di prevenzione alle ustioni. Mentre si aspetta, invece è d’obbilgo, tant’è che in alcuni terminal si trovano distributori di acqua calda.

Montevideo, a detta dei suoi abitanti, è más tranqui rispetto a Baires. In effetti, i ritmi sembrano piuttosto rilassati, gli abitanti non si mettono in coda per fare qualunque cosa, ci sono meno persone e meno automobili in giro. Certo, questo non significa che la vita del pedone sia facile. Viene rispettato, molto più che a Baires, in assenza di semaforo. Purtroppo, però, il sistema semaforico di Montevideo fa parte di un piano di lento sterminio della popolazione: l’arancione dura tipo 2 secondi e con il rosso scatta il liberi tutti, per cui conviene avere buoni riflessi se si tiene alla propria pellaccia.

scacchi ferrari La via principale è 18 de Julio in cui si trovano municipio, università, palazzi governativi e un sacco di negozi. In questa via c’è anche un chiosco, con accanto un tavolo con una scacchiera. Per gli amanti degli scacchi, ma non solo una tappa obbligata è El kiosco de Ferrari, dove, tutti i giorni, dal 1978, i passanti possono sfidarsi per una partita di scacchi. L’ajedrez callejero del signor Ferrari è un’istituzione in città, a tal punto che l’anno è passato di qua anche Veselin Topalov, campione mondiale di scacchi nel 2005 e ha sfidato il signor Ferrari.

Tristan Narvaja invece è una traversa di 18 de Julio dove la domenicaDSC_0310 fanno una feria dove si trovano cibo, vestiti, verdura, oggetti improbabili e anche animali vivi. Andarci la domenica è d’obbligo, ma in realtà merita sempre, a causa delle numerose librerie, del bar la tortuguita dove si mangia bene e a poco e dove ogni tanto passa il Pepe (dicono) e delle Milonghe dove si può ballare tango, o come noi guardare gli altri che lo ballano. Ad una delle librerie siamo particolarmente affezionati, perchè i ragazzi che ci lavorano ci hanno ospitati. E poi è bellissima, con piante, appese, maschere di cuoio e specchi, sembra magica.

Albert Einstein è passato da Montevideo nel 1925! L’abbiamo ne e hesterscoperto quando ci trovavamo in plaza de los trenta y trés (indovinate un po’? Sempre su 18 de Julio!) e stavamo fotografando una fontana. Un signore attira la nostra attenzione per dirci che dovevamo andare più in là che c’era Ester! Perplessi ci siamo diretti dove ci diceva e abbiamo trovato una panchina che raffigura Einstein discorrendo con Carlos Vaz Ferreira, filosofo uruguaiano. Non abbiamo potuto esimerci dalla classica foto da turisti..

Rollarsi le sigarette in Uruguay è un’impresa non particolarmente semplice. I pacchetti, per cominciare, sono scomodissimi, di carta, e difficilmente richiudibili. Spargere tabacco è perciò inevitabile. I filtri, poi, vengono considerati un inutile vezzo, semplicemente non esistono. Questo non preoccupa il popolo dei fumatori uruguaiani, che alla peggio usano dei mini bocchini che non servono a filtrare, ma, bensì, a fumare il fondo delle sigarette senza bruciarsi le dita. Last but not least, le cartine non hanno la colla, roba da femminucce, evidentemente.

Una differenza importante con Baires consiste nel fatto che a ramblaa Montevideo c’è la rambla, ovvero il lungofiume, che prosegue per svariati chilometri, centro nevralgico della vita della città, dove gli abitanti corrono bevendo mate, chiacchierano bevendo mate, passeggiano bevendo mate, si amano bevendo mate o guardano coloro che fanno le attività precedenti, bevendo mate.

Per approvare e richiedere approvazione si dice . Il è bellissimo, ti resta appiccicato e noi siamo determinati ad esportarlo, tà?!

La tradizione asadora è pari a quella argentina, se si va nella città vecchia c’è un mercato coperto pienissimo di ristoranti dove si può asado montevideotrovare ogni tipo di carne grigliata. Molto pittoresco e turistico, anche nei prezzi. Per trovare la stessa qualità spendendo meno bisogna andare in un altro mercato coperto, dove vanno anche gli abitanti di Montevideo. Forse cambieremo idea, ma la nostra esperienza ci porta a dire che Uruguay batte Argentina in materia asado, la carne è più morbida e meno cotta. Il gusto è divino in entrambi i casi.

IMG_0273 Poi, a Montevideo c’è il chivito. Il chivito nella versione panino rappresenta la perfezione: carne alla brace, uova sode, pomodoro, insalata e mayonese. La versione al piatto invece cede l’equilibrio in favore dell’estro e dell’abbondanza: c’è dentro tutto ciò che si trova in casa. Carne con sopra formaggio fuso, prosciutto e un uovo all’occhio di bue contornato da patatine, insalata, insalata russa e qualunque cosa venga in mente al cuoco di aggiungerci. Potete vederne un’esemplare, servito a Marco, che l’ha mangiato tutto.

pepe_mujica.jpg_916179109Sul Pepe ci faremo un post. Per ora ci limitiamo a dire che la gente più di sinistra se richiamata ad esprimersi sul presidente abbozza, fa un sospiro sconsolato ed emette un ‘eeeh‘. In generale, però, gli si vuole bene.

 

Se volete vedere un po’ di foto scattate a Montevideo, lo potete fare sulla nostra pagina faccialibro!

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