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La buena onda perpetua

Amici!!!

Volevamo giusto dirvi che il viaggio sta andando alla grande e dopo il primo periodo di ‘ansia da prestazione e da organizzazione‘, il secondo periodo ‘fa troppo freddo e ci manca casa‘ siamo giunti alla terza fase: ‘la buena onda perpetua’.

In questa fase abbiamo scoperto con piacere che la soluzione fratelli in viaggio fa simpatia, che la gente ci vuole bene e si diverte assistendo ai nostri battibecchi e che insieme ci potenziamo e attiriamo persone simpatiche e pazzoidi.

È più o meno dall’ultimo giorno a Santiago che non riusciamo a stare soli, mai, e ci imbattiamo in persone super interessanti, con cui spesso ci si saluta in un posto e ci si ritrova in un altro. In realtà questo è iniziato con il nostro ingresso in Cile, ma è stato un crescendo costante.

Carrellata random: Amy e Sean coppia di viaggiatori dall’Inghilterra e Matthew dal Galles con cui abbiamo costruito una casa in bioedilizia a Sud del Cile e che abbiamo ritrovato a San Pedro de Atacama, insieme a Julie, francese simpaticissima e scoppiatissima che in una settimana aveva già conosciuto tutti i personaggi migliori del posto. Tra questi un tipo cileno che ha scritto un libro su come il male viene rigettato dalla nostra cultura e che dormiva in tenda. Di notte nel deserto di Atacama fa freddissimo e tenda in spagnolo si dice carpa.

Dialogo di fronte al fuoco: io: ‘e voi dove dormite?’ lui: ‘in una carpa, vicino al fiume’, io (perplessa) ‘… In una carpa??’ lui: ‘Sì.. una casa mobile’ io: ‘ahhhh’ (capisco che è una tenda e gli spiego che in italiano è un pesce molto grande) ‘e come fate per il freddo?’  lui: ‘Pisco, mucho pisco’ (che è tipo una grappa cilena) io: ‘…Tutte le sere?’ lui: ‘No, una sera no’ io: ‘e…?’ lui:’Frio, mucho frio!’ Alberto, di Verona, che ci ha trovati tramite il blog, con cui abbiamo condiviso sogni, ricette, camminate e chiacchiere nella bellissima Valparaiso e che ritroveremo sicuro lungo la strada… A Cafayate, Yoan francese ‘sin facebook’ estimatore di De Andrè e una coppia di argentini che stanno viaggiano da Ushuaya all’Alaska in 18 mesi, in macchina. E a Salta un austriaco che ha fatto due anni in moto in Perù… Artigiani come se piovessero, tra cui Celeste, 21 anni, gira da quattro mesi facendo giocoleria e macramè, l’abbiamo trovata e re-incontrata a Humahuaca, condiviso vino, pasta, chiacchiere e danze. Tramite lei giocolieri e artigiani vari e chiacchiere super-ispiranti con un Don Chisciotte, hippy anarchico di 72 anni che vive senza elettricità in nel suo ‘castello del vento’, una comunità transitoria, dove chi vuole può fermarsi contribuendo con cibo, legna per scaldarsi o quel che preferisce. Ha scritto un libro bellissimo, che sto leggendo e che ispirerà articoli futuri…

E abbiamo lasciato volontariamente per ultimi coloro che ormai sono diventati quasi ufficiali compagni di viaggio: Everton e Tomas, un brasiliano e un portoghese trovati in un ostello gratis a Salta, in cui non si pagava da dormire, ma tutto il resto sì. Alla ricerca di esperienze di educazione alternativa, molto ma molto fuori di testa. Abbiamo bevuto birra insieme per le strade di Salta, incorrendo nella disapprovazione della polizia locale: ‘caballeros, no se puede tomar en la calle, esta es una ciudad catolica!’. Ci siamo lasciati dopo tre giorni di simbiosi per ritrovarci a Tilcara, pochi giorni dopo, insieme a Catrin, dalla Svizzera, e abbiamo continuato insieme fino in Bolivia.

Ora siamo a Tupiza, dove, non contenti, abbiamo incontrato Lorena, di Roma, conosciuta mesi fa a Buenos Aires. Dopo trattative, canti e balli in un’agenzia di viaggi abbiamo appena deciso di fare un tour di quattro giorni in 4×4 fino alla salina di Uyuni. Io, Marco, Everton, Tomas e Lorena. Ci aspettano lagune altiplaniche, vulcani, terme, geysers e un freddo barbino. Di certo ci sarà parecchio da ridere. Concluderei dicendo che questo viaggio ci sta aprendo la mente in un milione di modi, la prima cosa che abbiamo capito è che non servono soldi per viaggiare perché i soldi si trovano, volendo, in molti modi. Escono fuori parti di te e capacità che non sapevi di avere o che avevi sepolto da anni. Come la giocoleria, che sto riprendendo dai tempi dell’adolescenza! E ti viene voglia di sognare e fare piani folli, di non gettare occasioni di crescere, mettersi alla prova e condividere.

Questo ci sta succedendo.

Abbiamo ancora tante cose da raccontare, video e articoli in cantiere, ma ultimamente internet sembra un lusso. Come la carta igienica d’altronde, che in Bolivia uno si deve portare dietro perchè non è mai inclusa. Cercheremo di raccontarvi al più presto delle nostre storie, dei nostri incontri e dei nostri piani! Intanto vi abbracciamo forte!

Vostri, Irene e Marco

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