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Impressioni boliviane

‘Come la Bolivia non ce n’è. Sono stato in Ecuador, Colombia, Perù in questi due anni, ma la Bolivia non ha paragone!’. ci ha detto Alessandro, giovane viajero di Milano incontrato a La Paz, che ormai parla italiano con un forte accento spagnolo.

Noi siamo ancora troppo freschi per fare affermazioni così definitive, quel che è certo per ora è che la Bolivia non ci ha lasciato indifferenti.

L’ingresso. In Bolivia si entra a piedi. Noi ci siamo arrivati passando dal Nord dell’Argentina, con un bus per La Quiaca, ultima città prima della frontiera, che si raggiunge camminando. Alla dogana mostriamo il passaporto, riempiamo un foglio e siamo pronti per aprire zaini, passare per metal detector, i soliti rituali a cui ci siamo (quasi!) abituati. E invece no. Non ci controllano nulla di nulla. Passiamo un ponte e siamo in Bolivia, a Villazon, città squallida di mille contrabbandi.

I paesaggi. Qui non c’è il mare, potrebbero dire gli Statuto, ma a parte questo si trovano climi diversi e paesaggi da brivido. Le montagne dominano ad Ovest, dove abbiamo passato i primi giorni, in un tour che ci ha portati da Tupiza a Uyuni, famosa per il deserto di sale più grande del mondo, con i suoi 10.582 km² . Quattro giorni tra i 3.000 e i 5.000 metri, tra lagune di tutti i colori, montagne che sembrano disegnate, geysers e lama come se piovessero. E di notte, sua maestà Il Freddo, con picchi di -25º in rifugi rigorosamente non riscaldati. La Paz, invece è incredibile, una città a oltre 3.600 metri che sale e che scende. Ieri siamo andati nella parte alta, dove vedi letteralmente le punte delle montagne. Da lì con un pulmino ad una velocità folle, in cui ho riscoperto la fede, siamo scesi per tre ore ed il paesaggio è cambiato completamente. Dopo una valle innevata è ricomparsa la vegetazione e ci siamo trovati circondati dalla giungla!

I prezzi. La Bolivia è quasi gratis! Un euro sono circa 9 bolivianos, con 10 bolivianos si mangia e con 30 si trova da dormire quasi sempre. Chiaro, lo spirito d’adattamento è fondamentale, ma noi ne abbiamo in abbondanza!

È finito internet! Gli ostelli con internet sono un lontano ricordo, per fortuna ci sono molti internet point, alcuni dei quali con velocità accettabile…

Il cibo e le sue conseguenze. Anche qui per i vegetariani la vita non è facile! Alla domanda ‘avete qualcosa senza carne?’ segue normalmente un’espressione esitante e l’affermazione: ‘abbiamo pollo!’. Il pollo in effetti è molto importante nella dieta boliviana, in cui i pasti iniziano solitamente con una zuppa e sono seguiti da pollo (picante de pollo, al forno o fritto) con riso o fideo, ovvero pasta, tendenzialmente scotta. E poi c’è il choclo, ovvero il mais in mille forme e colori. La colazione tipica è composta da Api, bevanda calda, dolce di colore violaceo a base di mais, e bañuelos (frittelle) o pastel de queso. Il tutto per soli 5 bolivianos! Tutto molto bello, ma la Bolivia è un paese per stomaci forti e noi per ora non abbiamo ancora incontrato nessuno che non abbia passato almeno un paio di giorni molto vicino al bagno, ma poi di solito passa!

L’informalità è una caratteristica fondamentale di questo paese dove tutti vendono tutto in ogni luogo e a qualsiasi ora. Il commercio è appannaggio di donne con carnagione scura, lunghe trecce che terminano con pendenti neri, gonna colorata, camicia bianca, cappello (bianco in zona Cochabamba, bombetta nera in zone più fredde e montane) che caricano enormi panni colorati pieni di mercanzia. Trovato il posto adatto stendono il panno, sistemano la mercanzia e chiamano i passanti ‘Hola mamita (/papito/mamacita..) que quieres?’. Questo se sono di buon umore e disposte a vendere. In caso contrario, se stanno parlando o riposando, sarà difficile attirare la loro attenzione o riuscire a farsi vendere qualcosa. Non sono rare le storie di gente che chiede un oggetto molto in vista e la risposta è ‘no, l’ho finito’, allo stesso modo abbondano ostelli visibilmente vuoti in cui sono esaurite le stanze più economiche e simili. Per fortuna i prezzi sono comunque bassissimi ed è impossibile non trovare quello che si cerca pochi metri dopo.

I mercati. Sono il cuore della vita, dove si trova di tutto. Frutta, frullati, colazioni, pane, verdura, cibo cucinato, torte nuziali, preparati per rituali alla pachamama… Non si può dire di non conoscere una città in Bolivia senza aver visto il suo mercato. E presto vi racconteremo delle nostre avventure nel mercato di Sucre, dove abbiamo lasciato un pezzo di cuore!

Sicurezza. Il rischio più grande che si corre è perdere qualche boliviano perchè identificati come gringos, ma per quanto riguarda rischio furti o simili, nonostante la povertà la Bolivia non è un posto dove non ci si sente al sicuro. Tutti lavorano qui (anche molti bambini purtroppo) è difficile incontrare persone ubriache o dall’aspetto pericoloso.

Queste, le nostre prime impressioni su questo paese povero, intenso e colorato, dove per stare bene bisogna smettere di ragionare con standard europei. Seguiranno presto altri racconti, in particolare su trasporti, mercati ed ostelli d’eccezione!

 

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