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Moira e un milione di donne indigene per il buen vivir

Occhi neri e determinati, capelli lunghi e corvini, una fervente convinzione politica, un carattere ironico e un gran carisma. Così si potrebbe riassumere la nostra impressione su Moira, sorella gemella di Mauro Millan, che abbiamo incontrato nella comunità di Pillan Mahuiza, a Sud di Esquel, mentre cucinava un riso con pollo sulla stufa, tenendo banco e parlando di come una legge del governo voglia obbligare le comunità a collaborare ‘con lo sviluppo’ ovvero con lo sfruttamento del territorio.

La cucina era gremita di gente, alcuni mapuche da una comunità vicina al El Maiten, due antropologhe, di cui una è la compagna di Mauro e l’altra è una sua amica con famiglia al seguito, Mariella, altra sorella di Mauro e il suo compagno, Ricardo e il papà di Mauro, Benito.

E noi.

Dopo pranzo Moira si è interessata al nostro progetto e ha stabilito che Marco è il suo preferito perché è anarchico. Ci ha raccontato che conosce un po’ del movimento anarchico italiano, grazie alla storia di Sole e Baleno, NO TAV, accusati di “ecoterrorismo” e “associazione sovversiva” che morirono in ‘suicidi’ nel 1998, Baleno nel carcere delle vallette, Sole dopo aver saputo della morte del compagno, mentre scontava i domiciliari. Sole si chiamava Soledad ed era Argentina. Anche per questo la storia è arrivata fin qua. Ovviamente ci siamo ritrovati a parlare del movimento NO TAV, dei processi per terrorismo e della repressione a Genova nel 2001, di cui lei non sapeva niente.

Moira ci ha raccontato del suo progetto, che va avanti da un po’ di tempo: la primera marcha de mujeres originarias por el buen viviruna marcia di donne indigene, con tutte le popolazioni originarie presenti in Argentina, per proporre una legge per il buen vivir, che si svolgerà il 19 Aprile 2015. Le donne indigene sono una categoria che subisce una doppia discriminazione, ma che sono anche depositarie di forza e saggezza. Per questo dovrebbero guadagnare il rispetto e il protagonismo che meritano. Per questo l’idea non solo di marciare, ma anche di proporre.

Che cos’è il buen vivir?Il buen vivir sumak kawsay, in quechua, è un concetto ispirato dalla tradizione indigena, basato sull’equilibrio con la natura e sulla soddisfazione delle necessità, in contrapposizione alla mera crescita economica. Il concetto di buen vivir si trova nelle costituzioni della Bolivia e dell’Ecuador, ed è inteso come la piena soddisfazione delle necessità basiche di tutta la popolazione, con il proposito di restituire tutto quello che è stato negato in passato dai governi neoliberisti.

Per organizzare la marcia Moira sta viaggiando per le 36 comunità sparse ai quattro angoli dell’Argentina, per aumentare la partecipazione di persone che altrimenti non verrebbero a sapere dell’iniziativa e per raccogliere i contributi delle donne per la proposta di legge. Non è facile, ci racconta, non riceve finanziamenti, viaggia in autostop, ‘a dedo’, i finanziamenti che riceve sono in ricariche telefoniche. Noi le parliamo del crowdfunding ovviamente, e Ricardo si dà disponibile per creare una raccolta per la marcia.

Pupila de mujer, mirada de la tierra. Moira ci racconta che ha fatto anche un film, sul suo ritorno a Pillan Mahuiza, qualche anno fa, con le sue figlie che fa capire come è nata l’idea della marcia.È su youtube, si può guardare qua.

Mentre qui ci sono il sito e la pagina facebook della marcia.

Dopo le chiacchiere con Moira vado a dormire affascinata dalla forza questa donna e del suo popolo. Penso alle scuse che ci diamo per non fare. Penso a quanto poco ho fatto fin ora. Mi faccio domande su come lottare, su come lo stato si accanisca spesso con i deboli e con chi ha ragione. Si può cambiare uno stato o è troppo complicato e tanto vale starne fuori? Tante domande e tanta confusione.

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