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Peninsula Valdes

Dunque, vi abbiamo lasciati a Puerto Madryn con gli elefanti marini.

Ci svegliamo il giorno dopo alle 8 per andare alla peninsula Valdés, dove c’è TUTTO: elefanti marini, leoni marini, pinguini, guanachi, ñandú, armadilli, lepri patagoniche, condor. Pure puma, dicono, anche se nessuno li ha mai visti e a dicembre-gennaio la balena franca, quella di Moby Dick e di Capossela! Inoltre possibile avvistamento di orche, che, come ci insegnano i documentari che hanno riempito i miei pomeriggi e quelli di alcuni altri miei amici, si spiaggiano per predare i cuccioli di leoni marini che incautamente vanno a giocare sul bagnasciuga.

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guerra civile

Uruguay dall’indipendenza ad oggi, passando per Garibaldi

Quando abbiamo messo piede a Montevideo l’unica nozione storico-politica che avevamo su questo paese era collegata a Mujica: tupamaros, la guerriglia contro la dittatura di cui faceva parte, ergo dittatura, l’elezione nel 2009, il discorso all’ONU e le politiche su aborto, matrimoni gay e marijuana.

Ma cosa è successo prima? Questo post racconta un po’ la storia di lo que se pasò in questo piccolo e interessante paese che è collegato al nostro più di quanto non pensassimo.

Ora l’Uruguay è governato dal frente amplio, una coalizione di sinistra, ma prima c’erano solo due partiti principali, che si sono palleggiati il potere dal 1828, anno dell’indipendenza. Continue reading

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Noi stiamo con il BAUEN, il nostro primo articolo sull’Huffington Post

Abbiamo aperto un blog sull’huffington post, vedremo con che costanza riusciremo a postare articoli… Il primo non poteva che parlare del BAUEN e della minaccia di sgombero.

Se volete leggerlo direttamente sulla pagina (e likarlo e condividerlo!!), si trova qua: http://www.huffingtonpost.it/irene-bertana/bauen-hotel-buenos-aires_b_5253167.html

Dopo poco più di un mese viaggiando tra Argentina e Uruguay, una delle parole che abbiamo sentito più spesso è la parola autogestione, come forma di lotta e come strategia di sopravvivenza, dal basso, per creare o conservare un lavoro che la crisi aveva tolto. Continue reading

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Buenos Aires – Puerto Madryn, che il viaggio abbia inizio

Apriamo gli occhi a casa di Marco, il couchsurfer trapezista. È Pasqua, abbiamo un appuntamento su Skype con i parenti e poi dobbiamo andare a Retiro, dove ci aspetta il bus che in venti ore ci porterà a Puerto Madryn.

Dallo schermo ci salutano immagini sfuocate che ci dicono che ci seguono e ci chiedono dove andremo. Parliamo, salutiamo, raccogliamo le nostre cose. Constatiamo ancora una volta che abbiamo troppi bagagli, allora ne eliminiamo uno, una borsa piena di cose inutili e di viveri. Li doniamo al nostro ospite, che ci accompagna alla fermata del collectivo. Il primo non riusciamo a prenderlo, non siamo abbastanza lesti. Il secondo sì e il viaggio è meno terribile del previsto, considerando che ci muoviamo con uno zaino enorme sulle spalle, uno zaino medio davanti e una borsa a testa.

Arriviamo a Retiro in una mezzora. Quasi due ore ci separano dalla partenza. Che io spendo in parte girando, procacciando cibo economico e acqua. Il resto è noia e ansia perché il nostro bus non compare, nè fisicamente, nè sul tabellone delle partenze. Poi ovviamente, arriva, in ritardo, ma neanche tanto. Continue reading