stack of pancakes on the plate

Why the recipes?Perchè le ricette?¿Por qué las recetas?Perchè le ricette?

One of my favourite childhood memories is when, in the afternoon, us siblings would look at each other and utter the indecent proposal: shall we make crêpes? Maybe saturday afternoon crêpes are the secret to our harmony. Maybe they’re one of the reasons why the kitchen is my favourite place.

Uno dei più bei ricordi di quando eravamo piccoli è quando, di pomeriggio, ci guardavamo tra fratelli e partiva la proposta indecente: facciamo le crêpes? ¿Por qué las recetas?

Uno de los recuerdos más lindos de cuando eramos pequeños es esas tardes en las que nos mirábamos entre hermanos y comenzaban las propuestas alocadas: “y si hacemos las crêpes?” Quizás las “crêpes” del sábado a la tarde son uno de los secretos de nuestra armonía. Y quizás uno de los motivos por los cuales la cocina es mi ambiente preferido.

Uno dei più bei ricordi di quando eravamo piccoli è quando, di pomeriggio, ci guardavamo tra fratelli e partiva la proposta indecente: facciamo le crêpes? Forse le crêpes del sabato pomeriggio sono uno dei segreti della nostra armonia. Forse uno dei motivi per cui la cucina è il mio ambiente preferito. Io avrò avuto 15 anni le prime volte, Marco 7, Emanuele 3. Mi ricordo l’amore incondizionato e la luce nei loro occhi quando partiva la proposta, la ricerca degli ingredienti, il caos nella preparazione della pastella, che rimaneva regolarmente attaccata ai muri, la goduria di sciogliere il cioccolato fondente col burro. E quando chiamavamo fieri mamma e papà e si mangiava tutti insieme.

Mi ricordo anche di quando si aspettava la mamma che arrivava da lavoro alle nove di sera, cucinando e chiacchierando, con Marco che era l’addetto al taglio delle verdure e a ogni pezzo che tagliava chiedeva se andava bene.

La cucina non poteva non essere un elemento fondante di questo viaggio.

Abbiamo deciso di chiedere di svolgere le interviste in cucina, preparando insieme il piatto preferito dell’intervistato. Per cui a fianco all’intervista ufficiale, nella sezione ricette troverete quello che avremo cucinato insieme!

Continue reading

Crowdfunding, questo sconosciuto

CROWDFUNDING

Abbiamo deciso qualche mese fa, visto che il progetto si faceva sempre più ambizioso ed impegnativo, di lanciare una raccolta fondi con un metodo che ultimamente va per la maggiore e che per un italiano è difficilissimo da scrivere e pronunciare correttamente. Il crowdfunding. Significa letteralmente il finanziamento della folla ed è un modo per riuscire, senza avere nessun finanziatore ‘dall’alto’ a realizzare i progetti più svariati (da nuovi trovati tecnologici, a progetto artistici, alla campagna elettorale di Barack Obama) grazie a piccoli contributi individuali, che tutti insieme permettono di arrivare a somme più o meno elevate, a seconda dell’obiettivo che ci si pone e del successo della campagna.

Perchè anche noi? Per ogni piemontese che si rispetti chiedere, disturbare è decisamente contro natura. Chiedere soldi, poi, è molto ma molto difficile. La cultura del ‘non mi oso’ ci fa sentire come le persone peggiori del mondo a chiedere dei soldi per una cosa nostra. E infatti è una faticaccia. Ma abbiamo deciso di provarci lo stesso. Perchè, anche se è un po’ che risparmiamo per fare questo viaggio, in un anno con una macchina gli imprevisti possono essere tanti e ci sono cose che non avevamo preso in considerazione tipo assicurazioni e simili e il rischio tornare a Torino con tante storie, ma senza più niente.

Il motivo inoltre è che questo progetto per funzionare non può essere individuale. Non è una vacanza, non è un semplice diario di viaggio. Vorremmo farci portavoce di mondi e modi diversi, per scatenare riflessione e discussione in Italia e in Europa. Più siamo a farne parte e più possiamo dare un senso a quest’avventura. Il crowdfunding (che dopo un mese di lavoro per tirare su la campagna abbiamo anche imparato a scrivere) è un modo per condividere in parte con voi anche gli oneri di questo progetto. Per impegnarsi insieme a costruire qualcosa di diverso.

Inoltre, questa campagna ha dato una grossa spinta alla nostra produttività e alla nostra creatività. Senza non avremmo fatto il video, senza ne parleremmo forse meno, senza non ci saremmo mobilitati così tanto.

Abbiamo raccolto circa 500 per ora, grazie ad alcune persone che credono in noi e che hanno voluto contribuire.

L’obiettivo è raggiungere 2.500€.

Abbiamo ancora 26 giorni.
Basta una postepay o una qualsiasi carta di credito.
Il contributo minimo è di 5€.
Per noi è già tantissimo.

Questo è il link della campagna..
Vi invitiamo a guardarlo, a condividerlo e a contribuire! Grazie!

73165_191525617722961_1538328719_n

El proyecto

Se trata de un viaje que es tantas cosas juntas a la vez. En primer lugar una búsqueda que comienza a partir de una observación que nos gustaría estudiar. En este momento de crisis económica, a la que Europa no parece saber cómo responder, en América Latina, sin embargo, las comunidades indígenas y campesinas se unen contra las poderosas corporaciones y ganan batallas, utilizan la comunidad de trueque, monedas alternativas , las leyes promulgadas permiten a las personas volver a ocupar y autogestionar las fábricas en quiebra, los ex presidentes guerrilleros critican el consumismo y legalizan la marihuana… Esto son cosas de otro mundo! Que tal vez podría enseñar tanto a este continente donde los gobiernos presionados por la crisis financiera y la restricción presupuestaria todavía creen que la respuesta es recortar el gasto social y la privatización de los bienes comunes. Y aunque aquí la crisis avance, sen el otro lado del Océano se trata de poner la solidaridad en el centro de la esfera económica.

Este experimento es quizás el quid de la creación de un modelo diferente al dominante, que cada vez muestra más contradicciones. En América Latina, el capitalismo se manifiesta con especial violencia y esto ha hecho de la búsqueda de alternativas es una necesidad real. Ha impulsado experiencias y la investigación teórica.

Además, América Latina muestra que, políticamente, esta visión puede vences y no ser sólo algo residual. Tal vez entonces sería bueno crear un diálogo, para entender que lo que funciona allí también podría funcionar aquí aquí y cuáles son los puntos fuertes y los errores a evitar.

Queremos unir a todas las historias que vamos a contar para crear vínculos. El medio será un viaje que comenzará en marzo y continuará tras Argentina en Chile, Uruguay, Brasil, Bolivia, Perú, Ecuador y luego a México.

Será un viaje de escuchar, para desarrollar la curiosidad , la amistad y la solidaridad. Y para hacer las cosas más sencillas e interesantes, vamos a proponer a los que quieren hablar más sobre otros mundos posibles que lo hagan en la cocina, cocinando. Así compartiremos las recetas con usted.

Los desafíos son muchos , desde el cambio de estilo de vida, cambiar nuestra casa po un coche que será nuestro hogar durante un año y hacer frente a las calles , a veces inexistentes en América Latina, el aprendizaje , en serio, de español y dejar el trabajo, la vida y los amigos para ir a ver lo que hay al otro lado. No sabemos aún lo que vamos a encontrar, si serán respuestas más colectivas o personale, pero seguro queremos compartir los resultados con los que pasan por este blog.

73165_191525617722961_1538328719_n

Le projet

Il s’agit d’un voyage qui est beaucoup de choses à la fois. Une recherche en premier lieu, qui part d’une observation que nous aimerions examiner.

Dans cette période de crise économique, à laquelle l’Europe ne semble pas savoir comment réagir, en Amérique latine, cependant, indigènes et paysans s’unissent contre des puissantes entreprises et gagnent des batailles, des communautés utilisent le troc, des monnaies alternatives, des lois sont promulguées qui permettent aux gens de réoccuper et gérer eux-mêmes des usines en faillite, des guérilleros deviennent présidents de la république, critiquent ouvertement le consumérisme et légalisent la marijuana …

Ces choses sont incroyables! Cela pourrait peut-être nous apprendre quelque chose, dans ce continent où les gouvernements, pressés par la crise financière et la contrainte budgétaire, croient encore que la réponse est de réduire les dépenses sociales et de privatiser les biens communs.

Et alors que la crise progresse ici, de l’autre côté de l’océan on parle de remettre la solidarité au centre de la sphère économique et du buen vivir.

Tout cela pourrait être constituer la base sur laquelle créer un modèle différent du modèle dominant qui dévoile de plus en plus de ses contradictions.

En Amérique Latine le capitalisme se manifeste avec une violence particulière et tout ça a fait de la recherche d’alternatives est un réel besoin. Cela a alimenté les expériences et les recherches théoriques. En outre, l’Amérique Latine montre que, politiquement, cette vision peut être gagnante et pas seulement résiduelle. Peut-être avons-nous donc beaucoup à apprendre.

Peut-être que créer un dialogue serait bénéfique, afin de comprendre ce qui marche là-bas et pourrait marcher ici aussi, ce sont là des forces à explorer.

Nous souhaiterions unir toutes les histoires que nous allons raconter afin de créer des liens et de provoquer une sorte de contagion. Cela se fera par un voyage qui débutera en mars en Argentine et que se poursuivra au Chili, en Uruguay, au Brésil, en Bolivie, au Pérou, en Équateur et au Mexique.

Ce sera un voyage fondé sur l’écoute, la curiosité, la convivialité et le partage.

Un voyage dans lequel nous rencontrerons des théoriciens de l’économie solidaire et partirons à la recherche d’expériences et de mouvements politiques. Et pour rendre les choses plus compliquées mais plus intéressantes, nous allons proposer à ceux qui le veulent de parler avec nous d’autres mondes possibles tout en cuisinant. Et nous partagerons aussi les recettes avec vous.

Les défis sont nombreux, le changement de mode de vie par exemple, le fait de prendre une voiture qui sera notre maison pendant un an et faire face aux routes parfois inexistantes de cet énorme continent. Apprendre, pour de vrai, l’espagnol. Quitter son travail, sa vie et ses amis pour aller voir ce qu’il y a de l’autre côté.

Nous ne savons pas encore ce que nous allons trouver et si il s’agira de réponses plus personnelles ou plus collectives, mais nous voulons certainement partager les résultats avec ceux qui passent par ce blog.